Le Marche la nuova Toscana “New York Times”

Le Marche sono state chiamate “la nuova Toscana” anche dal New York Times.

“ Williams scrive: «Una regione italiana, ancora sottovaluta, che vanta chilometri di coste incontaminate ed immobili tradizionali in vendita a prezzi molto convenienti. Gli inglesi spesso scelgono la Costa Azzurra o il sud della Spagna per una seconda casa al mare o in montagna. Eppure Le Marche, una regione ancora meno conosciuta che si estende sul versante Adriatico dello Stivale, sta vedendo crescere il loro interesse in quanto rappresenta un’alternativa molto più abbordabile. Punteggiata di spiagge sabbiose che possono tranquillamente competere con quelle della Costa Azzurra, ma con meno turisti stranieri, le Marche sono state chiamate “la nuova Toscana” anche dal New York Times», si legge nell’articolo”.

Ecco quanto scritto dalla giornalista anglosassone Annabelle Williams tra le pagine del Times inglese.

Un vero e proprio elogio ad una regione molto spesso non considerata o quasi sempre dimenticata nel momento della stesura dell’itinerario ideale per le vacanze italiane.

Come riportato dal capogruppo del consiglio regionale, Fabio Urbinati, il turismo può davvero diventare il cuore della regione, ma quello che manca forse è una forte sinergia tra pubblico e privato. La regione in sè sta provando a migliorare investendo sulla promozione turistica del territorio e anche i privati stanno facendo la loro parte, ma sarà davvero abbastanza per far rinascere in pieno il turismo delle Marche?

Dall’estero stanno sicuramente incominciando ad apprezzare la realtà territoriale, ora sta ai marchigiani valorizzare ancora di più la loro amata casa.

Il consiglio che possiamo dare a chi si vuole avvicinare a questa regione, e risulta essere ancora un pochino indeciso, è di venire a vedere con i propri occhi, toccare con mano le bellezze paesaggistiche, monumentali, culturali e ad assaggiare le prelibatezze enogastronomiche.

Giosuè Carducci parlando della regione Marche “ Così benedetta da Dio di bellezza di varietà di ubertà, tra questo digradare di monti che difendono, tra questo distendersi di mari che abbracciano, tra questo sorgere di colli che salutano, tra questa apertura di valli che arridono”.

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